
Devo commentare i risultati elettorali?
Nonostante che a livello europeo non cambi molto e la sinistra non sia stata “mandata all’opposizione”, i risultati sono decisamente scoraggianti. La destra è avanzata enormemente, confermando un trend che si sospettava già. La sinistra ha tenuto, relativamente, ma ha tenuto, forse più per la paura dell’ondata di destra che per una proposta ideologica e politica credibile.
Ci sono due fenomeni che sono decisamente scoraggianti, l’astensionismo e i toni della campagna elettorale.
Il primo, che ha raggiunto il traguardo di 50,3%, si è presentato questa volta come un vero movimento organizzato, con tanto di appelli sui social ed una strumentazione pseudo-teorica annessa. Si è sostenuto che una percentuale alta di astensioni avrebbe delegittimato qualunque governo (europeo) fosse emerso dalle urne. Peccato che, non esistendo un quorum minimo per la validità del voto, basta che votino 10 persone e il governo è automaticamente legittimo. Qualcuno ha anche continuato dopo le elezioni a sostenere la validità della manovra, di fronte ad un evidente rinnovo delle stesse persone alle cariche europee. La confusione è tra l’istituzione, che funziona con leggi e regolamenti, e i partiti, i quali certamente dovrebbero fare un esame di coscienza. Non sono un complottista, ma se applico il principio del cui prodest direi che il beneficiario è stata la destra che ha ottenuto un avallo implicito. E mi astengo dal citare l’assoluto qualunquismo della posizione. Porsi al di fuori dell’elettorato attivo significa rinunciare completamente a dire la propria e lasciare decidere a quei 10 che hanno interesse diretto.
Per i partiti è l’ora di chiedersi se l’offerta ideologica e politica e lo stile comunicativo non debbano in qualche modo essere rivisti. E mi rivolgo soprattutto alla sinistra che risponde alla propaganda della destra colpo su colpo, ma appunto un colpo dopo l’altro, mentre dovrebbe attaccare con un modello socio-economico e politico che sia, una buona volta coerente e vada incontro alle esigenze della società. Al contrario alle bufale della destra risponde con singole prese di posizione, a volte poco meditate o affrettate.
Vediamo qualcuna di queste aporie, di questi vicoli ciechi in cui ci andiamo a cacciare. “Mandiamo la sinistra europea all’opposizione”. A parte il fatto che non ci sono riusciti, quando mai l’Europa ha preso posizioni di sinistra? E come si concilia questo dominio dei biechi comunisti con la grande concordia che regna tra Meloni e i vertici Europei? È divenuta comunista anche lei? Ma, si obietta, l’Europa è schiava delle lobby internazionali. A parte il fatto che le lobby internazionali esistono e si sono enormemente rafforzate, è più saggio provare ad uscirne o lottare ed attaccarle direttamente? Si sa che la seconda scelta prevede un duro lavoro sia ideologico che politico, ben articolato strategicamente. A meno di non voler fare la rivoluzione armata, ma anche quella richiede preparazione, strategia e attente tattiche (e risorse).
Ma, meno male che abbiamo opposto all’ondata di frociaggine il Gen. Vannacci e le sue illuminate idee. I movimenti gender a LGBTQ+ sono la congiura segreta dei sempre dei comunisti che voglio imporre un’educazione deviata e deviante ai poveri italici pargoli. Peccato che i diritti civili non li hanno inventati i comunisti, ma risalgono niente meno che all’Illuminismo e siano sanciti già nella carta dei diritti dell’uomo. Per la cronaca, nei paesi comunisti l’omosessualità era perseguita per legge. Ma c’è di nuovo qualcosa di illogico; sì, perché esiste una branca della logica formale, la logica deontica, che spiega in modo formale e matematico che “permettere” non è in nessun modo equivalente a “obbligare”. Quindi se io permetto ad uno di essere allegramente “frocio” non significa che obbligo qualcuno ad esserlo.
I tempi sono decisamente cambiati, ma inviterei il Gen. Vannacci a leggersi Il Simposio di Platone, in quel passo che dice che gli eserciti più valorosi sono quelli formati da amanti (omosessuali come Patroclo e Achille), perché nessuno vorrà apparire codardo di fronte al proprio amore.
E poi c’è il nazionalismo, che sta già creando qualche problema in Francia (Gaullisti a destra o al centro?). Il dibattito sulla battuta di Mattarella relativa alla sovranità europea ha scatenato le reminiscenze littorie sulla superiorità dell’italica genialità, cultura, razza ecc. Io mi sono sempre chiesto come i nostri nazionalisti immaginino che la nostra economia, finanza, industria possano sfidare un mondo in cui operano USA, Cina, Russia (il cui PIL continua a crescere nonostante, o forse grazie, alle sanzioni) e ora gli emergenti BRICS. Certo, abbiamo presente la storia di Davide e Golia, ma i nostri Davide (Mattei, Olivetti computers ecc.) sono già stati sterminati da Golia meno valorosi, ma più efficaci.
E la sinistra che cosa oppone? Opposizione al fascismo risorgente, un’Europa socialmente equa. Ma con quali piani, quali strategie? Voglio augurarmi che almeno la Schlein lo sappia, perché io non l’ho capito. E per arginare il fascismo, anziché schierare importanti politici con idee economiche alternative, ci rallegriamo di aver eletto Ilaria Salis. Sia chiaro, sono contento per lei, ma forse era meglio impostare una campagna sui diritti dei carcerati, magari denunciando Orban, piuttosto che inviare in Europa una sincera antifascista di cui ignoro la preparazione politica e la capacità dialettica; l’unico aspetto interessante potrebbe essere che alla fine tutto potrebbe finire in un wrestling Salis-Vannacci.
E intanto, la destra va avanti, non con il voto, ma corre con il G7. Il mondo cambia, la distribuzione della produzione industriale, la stessa organizzazione del lavoro va verso una direzione spietatamente super-capitalista. Il telegiornale di regime non si risparmia di informarci giornalmente dell’accrescersi dei contratti di lavoro, aggiungendo che una parte è a tempo indeterminato, però si rifiuta di far passare il salario minimo, pur continuando ad elargire bonus agli imprenditori che assumono. Ma nessuno parla delle modalità di assunzione, dei salari che vengono corrisposti, e ho il sospetto che si considerino a tempo indeterminato anche le partite IVA, che sono dipendenti fissi di se stessi.
Si parlerà d’intelligenza artificiale, che rivoluzionerà il mondo del lavoro. In un’ipotesi estrema non ci sarà più bisogno di operai, di ferrovieri, di autisti ecc. Ma qualcuno sta pensando a come ridistribuire i profitti in mancanza del lavoro? O si sta profilando una società di quelle da fantascienza, con i “bravi” che vivono una vita di lussi sotto una cupola climatizzata (già perché c’è anche l’inquinamento, tanto caro alla destra perché permette all’industria di produrre), mentre i “brutti e cattivi” vivono una sorta di giungla urbana fuori della cupola?
Mi sono dilungato troppo, ma il messaggio che vorrei si evincesse è: dobbiamo lottare, dobbiamo lottare con tutte le forze. E la lotta, come agli inizi del socialismo, deve partire dall’educazione dei cittadini, quella che la destra chiama “indottrinamento”, ma io chiamerei semplicemente insegnare a ragionare sulle cose che ci circondano.
Giacomo Ferrari
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